Le disposizioni del governo, inoltre, stabiliscono che l’App potrà essere scaricata su base volontaria, e quindi sta studiando alcune modalità per incentivare gli italiani a scaricarla. Tra le varie ipotesi, come si può leggere sul il Corriere, c’è quella di limitare degli spostamenti per chi deciderà di non scaricarla.
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Ma quale sarà il compito di Immuni?
L’app avrà il compito di tracciare gli spostamenti delle persone, evidenziare lo stato degli utenti e avvisarli di un eventuale contatto ravvicinato ( meno di un metro) con delle persone potenzialmente infette.
Visto l’imminente arrivo della fase 2, il ministro Roberto Speranza ha comunicato che, è stato già firmato il contratto su Immuni, così accelerare i tempi e trovarsi già preparati per la fase 2. Secondo il ministro l’app è solo una degli strumenti che si adotteranno nei mesi avvenire. Ovviamente oltre a tenere traccia dei contatti sarà anche un punto di forza per la sanità digitale del nostro paese.
Ma come funziona Immuni?
L’app funzionerà tramite Bluetooth, ognuno degli utenti che scaricherà l’app dovrà inserire alcune informazioni tra le quali la positività al coronavirus. Nel momento in cui un utente sano, entrerà in contatto a meno di un metro con un possibile paziente infetto, l’app comunicherà all’utente il pericolo e quindi il possibile contagio. Successivamente l’utente dovrà rivolgersi alle autorità competenti per verificare se sia stato contagiato o meno.
Le caratteristiche dell’app saranno: l’istallazione volontaria, la tecnologia Bluetooth, il sistema contact tracing e il rispetto della privacy. Questi saranno i punti cardini dell’app. E’ pur vero che il governo sta pensando di limitare gli spostamenti a chi non scaricherà l’app, quindi la domanda sorge spontanea: il download è veramente su base volontaria? Il ruolo del governo sarà quello di incentivare gli utenti a scaricare l’app. Proprio questo è quello a cui si sta lavorando in questi giorni nell’ambito della sanità digitale.