La fontina è un alimento gustoso e molto apprezzato dagli amanti del formaggio. Può essere utilizzata in diversi modi, sia da sola per per conferire sapidità a diverse preparazioni culinarie come la fonduta, la raclette, la bourguignonne, la polenta. In questo articolo cercheremo di capire se la fontina possa considerarsi o meno un formaggio magro.
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La fontina
La fontina è un formaggio tipico della Valle D’Aosta a pasta molle e semi cruda, con marchio DOP che le conferisce un certo prestigio a livello internazionale.
Si tratta di un formaggio stagionato la cui stagionatura può variare in base alla consistenza del prodotto.
Dal punto di vista nutrizionale la fontina è un formaggio particolarmente ricco di nutrienti dall’alto valore biologico come le vitamine A e del gruppo B. Sono presenti anche quantità considerevoli di proteine e lattosio (per questo motivo la fontina non può essere consumata dagli intolleranti al lattosio). Sono presenti anche importanti sali minerali come il sodio, il calcio e il fosforo. Giunti a questo momento possiamo “svelare” se la fontina sia un formaggio magro o grasso.
La fontina è un formaggio magro?
Essendo un formaggio stagionato, la fontina non può di certo considerare un formaggio magro, al contrario risulta piuttosto calorico. Il motivo per cui risulta particolarmente calorico sta nella sua origine, infatti abbiamo dello che la fontina viene realizzata dal latte vaccino intero. Il contenuto di grassi della fontina si aggira attorno al 20% del prodotto totale. Dunque: no, la fontina non è un formaggio magro così come non sono formaggi magri tutti i formaggi stagionati. Dal momento che la fontina è un formaggio grasso il suo consumo dovrebbe essere evitato da parte di individui sofferenti di specifiche patologie. Vediamo quali.
Problemi connessi al consumo di fontina
Essendo un formaggio grasso, il consumo di fontina è sconsigliato a chi segue un regime dietetico ipocalorico finalizzato alla perdita di peso. E’ sconsigliato anche nei confronti dei soggetti che soffrono di obesità o sovrappeso, a chi soffre di colesterolo alto o di pressione arteriosa alta (a causa dell’alto contenuto di sodio).
Quali sono i formaggi magri
I formaggi magri sono classificati in base alla ridotta presenza di grassi al loro interno. Inoltre, questi formaggi si classificano anche in base al tipo di latte utilizzato, alla consistenza della loro pasta, alla temperatura di cottura, al periodo di maturazione. Per essere considerati magri i formaggi devono avere una sostanza grassa che deve essere al di sotto del 20% del totale.
Sono formaggi magri: la ricotta fresca, la ricotta scremata, la ricotta di vacca, il quark, il grana parzialmente scremato, i fiocchi di latte, la feta, la Philadelphia.
I benefici dei formaggi magri
I formaggi magri apportano diversi benefici all’organismo. Innanzitutto non determinano un aumento significativo di colesterolo LDL né determinano un’aumento di peso in chi è solito consumarli. Sono perfetti perchè garantiscono l’assorbimento di sostanze importanti, in primis il calcio, necessario per la salute del sistema scheletrico.
I formaggi magri, a differenza di quelli stagionati, non contengono lattosio per cui possono essere consumati anche da persone che hanno intolleranze alimentari.