L’India elimina le Criptovalute: attenzione, ecco cosa succede

La notizia corre sul web da diversi giorni: l’India sta valutando la messa al bando delle criptovalute private. Come mai? Sono previste eccezioni? Se ti stai ponendo domande in merito, nelle prossime righe di questo articolo puoi trovare alcune informazioni preziose.

India: la decisione sulle criptovalute

Come già detto, il Parlamento indiano sta pensando di vietare le criptovalute private, con alcune eccezioni aventi il fine di promuovere, nel Paese asiatico, la cultura della blockchain.

Tra gli obiettivi di questo importante cambiamento normativo – le cui basi, come vedremo, sono state gettate nel 2018 – rientra la volontà di dare vita a una criptovaluta ufficiale coniata dalla Reserve Bank of India, ossia la banca centrale indiana.

Come già specificato, di messa al bando delle criptovalute private in India non si parla certo a ieri. Nel 2018, infatti, un comitato governativo aveva emesso un vero e proprio parere di divieto, con la proposta di una pena detentiva di 10 anni per chiunque avesse trasgredito.

Ai tempi, arrivò al governo da parte del sopra citato comitato il consiglio di valutare l’emissione di una criptovaluta ufficiale. L’idea venne vista come interessante da parte degli esponenti del sistema bancario indiano, che sentenziarono anche l’impossibilità di considerare le criptovalute alla medesima stregua del denaro tradizionale proprio in virtù della mancanza di un supporto fisico.

Quando si parla di questa posizione, si inquadra un fattore che ha provocato, nel 2018, un vero e proprio sconvolgimento tra le realtà che operavano nel mondo crypto, e che hanno dovuto, per forza di cose, “cambiare pelle” al proprio business per non avere guai con la legge.

La situazione appena descritta è stata successivamente interessata da un cambiamento. La Corte Suprema, infatti, nel 2020 si è pronunciata a favore delle start up che, in India, hanno i loro interessi di business in ambito crypto.

Adesso è alta l’attesa in merito alla nuova decisione del Parlamento, che è già al centro di diversi interrogativi. C’è chi si chiede, per esempio, cosa si intende per “criptovalute private” e, facendosi questa domanda, chiama in causa l’esempio delle blockchain di Bitcoin ed Ethereum – quelle con maggior capitalizzazione al mondo – dove chiunque può sia effettuare transazioni, sia validarle.

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