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Ogni forma di “rivoluzione tecnologica” richiede tempo e sopratutto la normalizzazione di una determinata tecnologia, che avviene nella maggior parte gradualmente. E’ il caso della moneta elettronica, un tempo vista come una novità per poi diventare sempre più frequente nell’utilizzo sopratutto nelle ultime due decadi.
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Anche un paese tradizionalista come l’Italia in merito a molte cose ha trovato comunque adattamento nel corso degli anni, anche per “merito” di strumenti come Postepay,che hanno avvicinato migliaia di persone alla moneta elettronica, sempre più importante per l’acqusto di beni e servizi anche online.
Attenzione ai pagamenti su questi POS: ecco cosa può accadere
Anche i POS hanno trovato una nuova dimensione ed “evoluzione”, al pari delle tessere di pagamento, che oltre alla tradizionale tessera magnetica, sono oramai minuti di dispositivi come il chip e il sensore contactless, che permette lo scambio di dati con POS compatibili con la medesima tecnologia.
Proprio questa forma di pagamento oggi è sempre più diffusa perchè adottata da numerose banche ma anche da Poste Italiane, che ha reso “contactless” tutte le proprie carte, mentre altre sfruttano unicamente questa forma di trasmissione come Postepay Digital, che sfrutta il sensore NFC dello smartphone.
Ogni sviluppo tecnologico fa nascere dei possibili raggiri e anche i POS di ultima generazione, non necessariamente collegato fisicamente alla rete con un cavo, possono essere usati come “arma da truffa”: visto che il metodo di pagamento contactless non prevede l’inserimento del PIN sotto un certo limite, i POS portatili possono essere utilizzati per “estorcere” pagamenti semplicemente avvicinandolo ad una carta di pagamento, anche se questa è contenuta nel portafogli o semplicemente in borsa. Con la riapertura quasi totale di locali come le discoteche, questo “pericolo” è piuttosto concreto, ecco perchè può essere decisamente utile riporre le proprie carte di pagamento con tecnologia contactless in portafogli o portatessere muniti di “schermatura” RFID, impedendo quindi questa forma di comunicazione non intenzionale.