Le tasse rappresentano una fastidiossisima necessità, a dir poco “basilare” per qualsiasi tipo di stato efficiente anche se il nostro paese presenta sempre livelli di evasione fiscale particolarmente alti. Esistono oramai imposte radicate in qualsiasi tipo di servizio, in questo periodo i rincari del carburante ma anche dell’energia elettrica, così come del gas sono riconducibili in larga parte ad una più elevata tassazione.
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Nelle scorse ore ha fatto anche piuttosto parlare il tema della nuova riforma sul catasto, novità che ha fatto allarmare parte del governo ma sopratutto l’opposizione che si è prontamente scagliata sul premier Draghi, che a sua volta replicato di non voler aumentare la tassazione relativa al catasto, ma c’è la volontà di “rafforzare il contrasto alle irregolarità e agli abusi”.
Aumento delle tasse in arrivo? Ecco la novità che sorprende tutti
Una volta appurato che le tasse sulle abitazioni, secondo il premier, non aumenteranno, la riforma del catasto verrà in realtà attuata entro il 2026 ed è votata a rendere le visture catastali più trasparenti, abrogando regolarizzazioni diffuse, come dichiarato dallo stesso Draghi, che ha intenzione di alleggerire e rinnovare l’intera struttura catastale, risalente in gran parte alla prima metà del 20° secolo, con poche modifiche successive. Anche il voler continuare in continuazione a modificare i parametri relativi alla tassazione non rappresenta una soluzione: “l’introduzione dell’Ici, dell’Imu, l’abolizione dell’Ici, l’introduzione della Tasi, sono state fatte sempre su valori inesistenti, che non hanno senso. La procedura di applicare un coefficiente fisso su valori che non hanno senso deve finire“. L’intenzione è di iniziare un processo di nuova “mappazione” sulle strutture del paese così da apportare una corretta tassazione. Secondo Draghi questa nuova mappatura “affiancherà, non sostituirà, per ciascuna unità immobiliare alla rendita catastale determinata secondo la normativa esistente il relativo valore patrimoniale e una rendita attualizzata in base, ove possibile, ai valori normali espressi dal mercato”.
Sostanzialmente nessuna tassazione aggiuntiva sarà prevista sui locali perfettamente regolari, maggiori controlli ed eventuali imposte su quelle “meno regolari”, chiamate dal premier abitazioni fantasma.