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La pensione risulta essere una sorta di miraggio per le generazioni più giovani che inevitabilmente si troveranno ad affrontare in molti casi una situazione contributiva di non facile attuazione. Il nostro paese è uno di quelli che maggiormente soffre il ricambio lavorativo generazionale, anche a causa di una decrescita demografica che sommata a un’età media sempre più elevata, non fa altro che aumentare l’età pensionabile sempre di più. In questo scenario sono sempre più importanti le politiche di pre pensionamento, ossia le metodologie messe a disposizione dello stato che permettono di andare in pensione prima. Come si va in pensione anticipata?
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E’ una tematica molto chiacchierata visto che gli ultimi governi hanno più volte adottato politiche che non si sono rivelate adeguate. Un esempio recente è Quota 100, attiva dal 2019 al 2021, la più conosciuta forma di prepensionamento adottata dal governo Conte I, che garantiva la possibilità di lasciare il mondo del lavoro a 62 anni di età e almeno 38 di contributi. Per tutto il 2022, Quota 100 è stata sostituita da Quota 102, che prevede un’età minima di 64 anni e 38 di contributi.
Resta attiva la modalità di pensionamento anticipato “classica”. basata sull’anzianità contributiva, che fino al 2026 risulta essere41 anni e 10 mesi per le donne e di 42 anni e 10 mesi per gli uomini. Per queste forme di pre pensionamento è prevista la cosiddetta “finestra mobile”, ossia lo slittamento nella percezione del primo rateo di pensione in misura pari a tre mesi dalla maturazione dei requisiti.
La pensione di vecchiaia può essere invece chiesta per chiunque abbia almeno 67 anni e 20 anni di contributi.
E’ stata invece prorogata l’APE Sociale, uno strumento che permette di andare in pensione prima: è richiesta un’età media di 63 anni e almeno 30 (36 anni per chi effettua “lavori gravosi”) di contributi, anche se vi sono alcuni requisiti, come lo status di disoccupato, di assistere da almeno 6 mesi il coniuge o un parente con gravi disabilità oppure se ha percepito una riduzione della capacità lavorativa superiore o uguale al 74%