Se trovi ancora questi libretti postali sei ricco: ecco quali cercare

libretti postali sono stati per certi versi gli “apripista” per quanto riguarda gli strumenti di risparmio messi a disposizione dallo Stato, molto prima dell’affermazione totale dei conti correnti. La prima forma di libretto postale infatti è stata concepita più di un secolo fa, ed ha rappresentato una delle prime forme di risparmio direttamente messe a disposizione dallo Stato. Rispetto ai libretti bancari infatti quelli postali sono tutt’ora gestiti ed organizzati dalla Cassa depositi e Prestiti controllata quasi interamente dal Ministero dell’economia e delle finanze. E’ possibile arricchirsi con questi strumenti?

Se trovi ancora questi libretti postali sei ricco: ecco quali cercare

Trattandosi di strumenti molto diffusi, la risposta è si. Strutturalmente non sono diversi dai libretti bancari ma rappresentano una versione “depotenziata” degli stessi e dei buoni fruttiferi. Rispetto a questi ultimi infatti non sono pignorabili e non presentano veri e propri costi in fatto di apertura e gestione. Ecco perchè sono così diffusi ed hanno “resistito” anche alla diffusione dei conti correnti moderni, che spesso sono gratuiti. Proprio questa diffusione presenta tuttavia il problema della “scadenza” dei libretti postali. Come quelli bancari, anche quelli postali con importi pari o superiori a 100 euro vanno incontro alla dismissione se non sono movimentati per oltre 10 anni.

Ogni anno Poste Italiane deve “fare i conti” con un numero decisamente elevato di libretti postali definiti dormienti, che sono facilmente riscontrabili attraverso questo indirizzo, messo a disposizione proprio dal sito di Poste Italiane. 180 giorni prima della dismissione dei libretti, il titolare viene avvisato attraverso una comunicazione, ed esortato a recarsi presso un ufficio postale per “movimentare” il proprio libretto posticipando quindi di altri 10 anni la “scadenza”.

Se ciò non avviene (il termine ultimo è il 21 giugno 2022), le Poste provvedono alla dismissione e l’importo viene trasferito al Fondo gestito da Consap, anche se è possibile comunque ottenere l’importo dietro una richiesta.

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