Chi potrà andare in pensione anticipata? Ecco le categorie

Sempre meno una certezza, e sempre più una sorta di “miraggio”, la tanto agognata pensione sembra effettivamente trovarsi in un periodo e un contesto storico particolarmente complicato. Diversi fattori infatti contribuiscono a rendere più difficile rispetto al passato (almeno per alcune categorie di figure professionali) ambire alla tanto agognata pensione. L’ordinamento italiano negli ultimi decenni ha dovuto fronteggiare diverse problematiche più o meno inerenti alla politica come l’aspettativa di vita sempre più alta unita ad una decrescita che difficilmente si arresterà nei prossimi anni. Per questo chiedere la pensione anticipata, pur essendo possibile, non sempre risulta “conveniente”. Come fare?

Chi potrà andare in pensione anticipata? Ecco le categorie

L’età massima pensionabile resta di 67 anni: con questo numero di anni è possibile “andare in pensione” con almeno 20 anni di contributi. E’ sempre possibile fare richiesta per ottenere questa tipologia di uscita dal lavoro pensione di vecchiaia anche per chi ha versato solo cinque anni di contributi dopo il 1995 a patto di avere almeno 71 anni e 3 mesi.

La principale tipologia di pensione anticipata risulta essere quella contributiva: chiunque risulti iscritto regolarmente all’INPS oppure ad un  fondo pensione lavoratori dipendenti, gestioni speciali dei lavoratori autonomi oppure all’assicurazione generale obbligatoria di coltivatori diretti e artigiani può ottenere a fronte di almeno di una somma contributiva pari o superiore a 42 anni e 10 mesi di contributi per gli uomini, o 41 anni e 10 mesi per le donne. E’ bene specificare che per coloro che hanno versato contributi a partire da prima del 1 gennaio 1996, dei 42 o 41 anni e 10 mesi di contribuzione, almeno 35 di questi devono essere calcolati senza contare malattia o disoccupazione.

I lavoratori precoci, ossia coloro che hanno iniziato a versare contributi pari a 1 anno prima del 19° compleanno possono chiedere il pensionamento anticipato, a patto di aver svolto attività gravose o pesanti per almeno 7 anni negli ultimi 10 anni, essere considerato “caregiver” ossia aver fornito assistenza ad un parente con handicap per almeno 6 mesi, risultare disoccupato o dimostrare di essere invalido di almeno il 74 %.

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