Cosa sono i libretti postali? Rappresentano una diffusa metodologia, attraverso uno strumento messo a disposizione da Poste Italiane da oltre un secolo per la gestione dei risparmi. In sostanza, dal punto di vista tecnico e “concettuale” non sono eccessivamente differenti dai libretti di risparmio o da quelli bancari, ma rispetto a questi ultimi, offrono meno potenzialità in fatto di accumulo di interessi a fronte di costi particolarmente bassi. Oltre a ciò, presentano anche diversi vantaggi non essendo ad esempio pignorabili. Possono essere utilizzati per l’accumulo di stipendio e pensione senza problemi essendo dotati regolarmente di codice IBAN.
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Storicamente hanno rappresentato una delle prime “influenze” dello Stato italiano sul controllo della gestione del denaro, essendo gestiti ed erogati dalla Cassa depositi e Prestiti attraverso le Poste Italiane, anche dopo la semi-privatizzazione di quest’ultimo ente. Quali possono valere?
Strumento diffuso
I libretti postali, come qualsiasi altra forma di strumento analogo, non ha una “scadenza” fissa, ma è soggetto al “congelamento”, ossia una sorta di stato pre disattivato che, come i libretti bancari, scatta a fronte di un inutilizzo prolungato, nella fattispecie, di 10 anni. Trattandosi di una tipologia di strumenti molto popolare, utilizzata anche e sopratutto per le pensioni, spesso tendono ad essere dimenticati e quindi dismessi.
I libretti postali che valgono una fortuna: ecco quali sono
Poste Italiane avvisa preventivamente la propria clientela quando un libretto si trova in questa condizione, attraverso una comunicazione cartacea, invitando a movimentare il libretto, semplicemente recandosi in un centro postale (ma è possibile anche farlo tramite una comunicazione scritta). Se ciò non avviene entro il 21 giugno 2022, Poste Italiane dismetterà tutti i libretti postali considerati congelati, raggruppati e “visibili” attraverso questo indirizzo. Il denaro viene quindi “spostato” su un fondo Consap come da accordi, anche se è possibile comunque riottenere il denaro attraverso una richiesta scritta al Consap.