Ecco chi potrà andare in pensione anticipata: la lista aggiornata

La riforma delle pensioni è attesa da una platea di lavoratori sempre più importante, sia numericamente che dal punto di vista “politico”: il nostro paese è uno dei più “anziani” in Europa e ciò si ripercuote anche in vista dell’uscita dal mondo del lavoro, che risulta essere sempre più complicato anche a fronte di una decrescita importante che non si appresta a fermarsi. La pensione anticipata rappresenta quindi un “nodo” importante perchè a fronte di diverse possibilità, la nuova riforma delle pensioni, che è in calendario per il 2023 dovrà modificare per forza di cose diverse possibilità.

Ecco chi potrà andare in pensione anticipata: la lista aggiornata

Attualmente infatti una delle metodologie di pensionamento anticipato è costituto da Quota 102, ossia una variante di Quota 100 (utilizzata nel triennio dal 2019 al 2021): Quota 102 infatti permette di andare in pensione a 64 anni di età e 38 di contributi, anche se questa forma di pensionamento “causa” un assegno pensionistico minore rispetto alla tradizionale pensione di vecchiaia, ottenibile a 67 anni di età e almeno 20 di contributi. Quota 102 sarà sicurmente sottoposta a modifiche nel 2023, tra le ipotesi spicca quella della “pensione in due tempi”, ossia per metà, sarebbe in parte contributva, quindi erogabile parzialmente prima dell’età pensionabile. La “seconda parte”, sarebbe invece retributiva, verrebbe integrata al raggiungimento dei requisiti stabiliti per la pensione di vecchiaia. Si tratta comunque di ipotesi, per ora.

La pensione anticipata “ordinaria” tiene conto solo degli anni accumulati di contributi: questa permette di andare in pensione indifferentemente dall’età anagrafica a fronte di una quota contributiva di almeno 42 anni e 10 mesi per gli uomini, 41 anni e 10 mesi per le donne. Possono utilizzarla per andare in pensione con 41 anni di contributi specifiche categorie come i lavoratori precoci disoccupati, i Caregiver o chi ha invalidità pari o superiore al 74 %.

Ape Sociale è invece uno strumento che è stato confermato anche per il 2022, che permette di accedere alla pensione con almeno 63 anni, con un minimo contributivo variabile, ricevendo 12 mensilità di pensione di importo pari a quanto maturato (l’assegno mensile è di al massimo 1500 euro lordi). Dal 2022 possono usufruirne i lavoratori invalidi, i disoccupati, chi assiste un coniuge o un parente di primo grado convivente con handicap e i lavoratori che svolgono mansioni gravose con almeno 36 anni di contributi, e le categorie dei disoccupati possono utilizzare l’Ape sociale subito dopo l’indennità di disoccupazione.

Opzione Donna è stata anch’essa riconfermata per l’anno in corso e permette alle lavoratrici dipendenti con 58 anni di età e 35 di contributi e alle autonome con 59 anni a fronte di almeno 35 di contributi.

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