La pensione anticipata è un argomento sempre molto chiacchierato da varie categorie di persone, ma anche dalla politica: da diversi anni infatti rappresenta uno dei temi principali per ogni governo che rappresenta il nostro paese. La motivazione trova fondamento nelle varie problematiche che da diversi anni attraversano il nostro paese, alcune inerenti al sistema pensionistico in difficoltà, mentre altre vanno ricercate in altri contesti, come quello legato all’età media che è sempre più alta. In generale questo argomento è fonte di “conflitti” anche all’interno della politica.
Leggi anche:
Pensionamento anticipato
Il concetto di pensionamento anticipato infatti ha infatti acquisito maggiore rilevanza nell’ultimo decennio, basti pensare alla legge Fornero del 2012 (chiamata in maniera più corretta, riforma Fornero) e alla più recente Quota 100, tipologia di pensionamento anticipato che ha “spaccato” l’opinione comune tra sostenitori e contrari. Attualmente è sfruttabile fino al 2023 per chiunque abbia almeno 64 anni di età anagrafica e 38 di contributi.
Pensione anticipata per le nate dopo questo anno: “attenzione”
La pensione anticipata “ordinaria” fa conto solo del sistema contributivo, ossia degli anni di contributi versati. Se questa è ottenibile a fronte di una quota di contributi pari a 42 anni e 10 mesi per gli uomini e 41 anni e 10 mesi per le donne,I lavoratori precoci, ossia i lavoratori pubblici o privati e gli iscritti alle gestioni speciali degli autonomi che hanno iniziato a lavorare prima dei 19 anni e che hanno contributi prima del 31 dicembre 1995 possono chiedere la pensione con 41 anni di contributi, con un anno di anticipo.
Differente il discorso relativo a Opzione Donna, un sistema di prepensionamento per le lavoratrici autonome e dipendenti che possono farne richiesta a fronte di almeno 35 anni di contributi accumulati, e con un età minima anagrafica di 58 anni per le dipendenti e 59 per le autonome. L’età anagrafica di riferimento entro il 31 dicembre dell’anno precedente alla arichiesta, e anche il concetto di finestra mobile, ossia il tempo che intercorre dalla richiesta di pensione accolta e la prima erogazione prevede un’attesa è di12 mesi dal raggiungimento dei requisti (18 mesi per le autonome) prima di avere diritto alla decorrenza della pensione.