A cadenza regolare, l’opinione pubblica e la politica ritorna a parlare di pensione, solitamente non in termini positivi. Altrettanto regolarmente infatti il sistema pensionistico nostrano risulta essere imperfetto e fortemente costellato da diverse criticità che inevitabilmente risultano essere motivo di preoccupazione. Con l’età pensionabile sempre più avanzata (risulta essere stata “fissata” a 67 anni fino al 2025), il concetto di pensione anticipata si rivela più che mai importante. Uscire dal mondo del lavoro attraverso la pensione di vecchiaia infatti risulta spesso troppo svantaggioso in termini “temporali”. Chi può andare in pensione anticipata?
Quando si può richiedere la pensione anticipata? Ecco i casi
Sono possibili varie forme di pensionamento anticipato: la più chiacchierata è rappresentata dall’evoluzione di Quota 100, ossia Quota 102, che avrà tuttavia vita breve: a partire dal 2023 sarà sostituita da una forma di pensionamento equivalente a seguito di una riforma delle pensioni già in programma. Per tutto il 2022 tuttavia sarà “richiedibile” per chiunque abbia accumulato almeno 38 anni di contributi e 64 anni di età anagrafica.
La pensione anticipata “tradizionale” invece non tiene conto di quest’ultimo fattore, ed è ottenibile da chiunque abbia accumulato abbastanza anni contributivi nella seguente forma: 42 anni e 10 mesi per gli uomini, 41 anni e 10 mesi per le donne, oppure 41 anni ma per specifiche categorie: i disoccupati, per licenziamento o dimissioni, i caregiver da almeno 6 mesi, ossia le persone che forniscono assistenza perenne nei confront del coniuge o parente di primo grado con handicap grave e se il richiedente è considerato invalido almeno del 74 %.
Opzione Donna può essere richiesta per le lavoratrici dipendenti con 58 anni di età e 35 di contributi e alle autonome con 59 anni, a fronte di un “taglio” dell’assegno pensionistico rispetto alla pensione tradizionale del 25-35 %.
Esiste anche Ape Sociale, uno strumento che permette di andare in pensione ad un’età minima di 63 anni con un minimo contributivo variabile (36 anni, che scende a 32 per gli operai edili e i ceramisti e a 30 per chi ha un’invalidità di almeno il 74 per cento).