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Tempi duri per migliaia di nuclei familiari, a causa degli effetti dell’inflazione e da numerosi altri eventi che inevitabilmente hanno reso stipendi e pensioni meno consistenti rispetto al recente passato. Le bollette, ossia le fatturazioni che per forza di cose risultano essere fondamentali per qualsiasi ordinamento, indifferentemente dalla nostra condizione e disponibilità, hanno già avuto un enorme peso per il governo Draghi che ha dovuto sviluppare una serie di agevolazioni e Bonus come il Bonus Bollette, una forma di “blocco” dei rincari per le fasce di popolazione in maggiore difficoltà economica ma non solo.
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Di recente, attraverso il Decreto Aiuti nella sua ultima versione è stato modificata una regolamentazione che concede ai datori di lavoro la possibilità di elargire dei cosiddetti fringe benefits, ossia una forma di bene riconosciuto dallo stato italiano, che regolamentati dall’ultimo decreto permette ad una nuova soglia di “compensi in natura” di essere utilizzati per aiutare la propria forza lavoro nel pagamento delle forniture energetiche, visto il momento.
Questi benefits che esistevano già, sono stati migliorati e naturalmente associati alla maggior difficoltà nel pagare le utente, e possono essere erogati dal datore di lavoro a discrezione di quest’ultimo: possono avere un importo massimo di 600 euro.
Per il datore di lavoro si tratta di soldi interamente deducibili, che vanno a ridurre l’imponibile fiscale della società, mentre per il dipendente si tratta di importi netti che non aumentano il reddito ne sviluppano pressione fiscale.
Può essere erogato direttamente al fornitore da parte dell’azienda o come rimborso in busta paga per il lavoratore attraverso la fattura.
Non esistono veri e propri limiti di reddito da parte del lavoratore, inoltre il datore di lavoro può elargire anche somme più elevate anche se la differenza andrà per forza di cose a “pesare” duranate la dichiarazione dei redditi.