“Non tenere i soldi sul conto corrente”: ecco cosa può succedere

Siamo una specie abitudinaria ed abbiamo bisogno di sentirsi al sicuro, idem per quanto riguarda i nostri sudati risparmi, indifferentemente dai progetti che abbiamo in mente, sono solitamente oggetto di particolare attenzione.

Dal punto di vista culturale il conto in banca, definito anche conto corrente, rappresenta una soluzione decisamente sicura ed anche comoda, in correlazione alla capacità di entrare in possesso di quanto “stipato” in modo semplice. Ma il conto corrente costituisce davvero la migliore idea per “conservare soldi”?

“Non tenere i soldi sul conto corrente”: ecco cosa può succedere

In realtà, no, almeno non in tutti i casi, mantenere i soldi a “stagnare” su un conto non costituisce una soluzione utile in tutti i casi, ma in particolare se abbiamo intenzione di far fruttare i nostri risparmi.

In primis per un concetto di stagnazione, fenomeno che porta alla perdita progressiva di valore del denaro versato anche a causa di fenomeni sempre presenti come l’inflazione, che negli ultimi tempi ha raggiunto percentuali importanti, tra il 6 ed il 7 % per il 2022. Mantenere soldi sul conto non giova al valore, anzi di fatto il potere d’acquisto dimnuisce rispetto ad altre soluzioni. E’ una delle regole “base” della finanza, il denaro che non si “muove” tende a perdere valore e potere d’acquisto in modo progressivo e graduale.

Tenere i soldi sul conto rende anche più semplice rintracciare il nostro accumulo di denaro e quindi potenzialmente metterlo a disposizione di azioni come il pignoramento.

Vanno inoltre considerati i costi di gestione ma anche quelli legati al prelievo ed altre tipologie di servizi, che possono riguardare anche i conti corrente gratuiti. Un esempio è costituito dall’imposta di bollo che costa 34,20 euro all’anno per i privati e 100 euro all’anno per le aziende, pari a circa il 7 per mille.

Anche se è un’eventualità rara, va comunque considerato il rischio fallimento della banca o dell’istituto di credito che ne controlla le azioni: il Fondo interbancario di tutela dei depositi fornisce in ogni caso una forma di risarcimento per importi fino a 100.000 in caso di effettivo fallimento della banca.

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