Attenzione, questa banconota dell’euro scomparirà: ecco quale

La diffusione dell’euro in formato banconota è iniziato parallelamente a quello delle monete, ossia “fisicamente” dal 1° gennaio 2002 nella maggior parte delle nazioni che hanno scelto di entrare a far parte dell’Eurozona, come anche l’Italia. Le varie forme di banconota che utilizziamo oggi pur “recenti” hanno già subito più di qualche modifica.

Attenzione, questa banconota dell’euro scomparirà: ecco quale

L’euro è una valuta “giovane”, perfezionata a partire dai trattati di Maastricht dei primi anni 90, che hanno portato all’istituzione della valuta unica. Le banconote rispetto alle monete sono tutte praticamente identiche tra i paesi e sono state realizzate finora in due “serie”.

La prima, diffusa dal 2002 per circa un decennio fino a quando è stata gradualmente ma progressivamente rimpiazzata dalla seconda serie, denominata Europa, che è quella ancora oggi più comune. La Europa non ha alterato l’estetica della prima serie, così come le dimensioni in centimetri degli esemplari, ma ha migliorato i sistemi anti contraffazione che risultano più avanzati.

La seconda serie tuttavia conta un “taglio” monetario in meno, rispetto alla seconda. Si tratta della banconota da 500 euro che non è stata riproposta nella produzione per la seconda serie, per motivazioni legate all’utilizzo pratico spesso adempiuto in modo illecito. La Banca Centrale Europea ha infatti intenzione di ridurre le transazioni monetarie effettuate con il contante se di ampio importo, anche se le 500 euro ancora presenti resteranno valide per sempre.

Nel 2024 la Banca Centrale Europea inizierà il processo che porterà a sviluppare la 3° serie delle banconote dell’euro, ed è molto probabile che a “subire” una sorte simile alla 500 euro risulti essere quella da 200 euro, per le stesse motivazioni già citate per il taglio maggiore.

Ad oggi risulta comunque essere un “taglio” meno utilizzato, e quindi risulterà essere meno “percepibile” la sua mancanza dal punto di vista pratico. Si tratta comunque di rumors almeno per ora, anche se la stessa Unione Europea ha evidenziato la necessità di ridurre i “tagli” monetari quanto più possibile.

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