La lira ha avuto un impatto rilevante indifferentemente dal ceto sociale o contesto storico per i cittadini italiani che hanno “vissuto” gli ultimi due secoli, in quanto la valuta con tale nomenclatura ha avuto prima diffusione presso i regni italiani pre unificazione, prima di diventare la valuta del Regno d’Italia.
Questa 1 lira del Regno d’Italia vale €369: ecco di quale si tratta
La moneta da una lira, utilizzata almeno fino alla metà del Novecento, ha rappresentato una emissione comune dal secondo dopoguerra ma è stata anche una moneta di valore più che discreto durante il periodo monarchico, ossia dal 1961 fino alla seconda guerra mondiale.
Quasi tutte le emissioni in questione recano su un lato il volto del Re d’Italia di turno, come gli esemplari da 1 lira sviluppati nella prima parte di 20° secolo.
Conosciuta com 1 lira Aquila Sabauda, l’emissione in questione è sicuramente molto interessante dal punto di vista collezionistico, così chiamata per la raffigurazione dell’aquila, simbolo di casa Savoia, che capeggia su uno dei lati, mentre l’altra estremità è ovviamente “occupata” dal volto di Vittorio Emanuele III in questa emissione diffusa dal 1901 al 1907.
L’Aquila Araldica è coronata da Scudo Sabaudo sul petto, la scritta REGNO D’ITALIA tutto intorno, il valore L 1 in basso al centro e il segno della zecca R. Molte di queste monete sono state rifuse e quindi distrutte per coniare emissioni successive, dopo la Prima guerra mondiale.
Il valore è inversamente proporzionale allo stato di conservazione: una moneta di questo tipo se in buone condizioni vale 200 euro, se in eccellente stato può far guadagnare mediamente sui 370 euro.
Ancora più interessante delle altre risulta essere l’emissione del 1905, coniata in appena 700 mila unità e per questo molto più ambita dai collezionisti. Un esemplare in ottimo stato vale almeno 300 euro, mentre uno in Fior di Conio può essere portatore di guadagno anche di somme fino a 2500 euro.