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Le monete, sia quelle antiche che moderne, sono tutte “cariche” di storia, ed in modo particolare quelle concepite negli ultimi secoli, prodotte in modo quasi esclusivamente meccanico, rendendole quindi di fatto identiche nel modello, hanno iniziato a portare la tematica degli errori di conio, che inevitabilmente si manifesta anche sulle emissioni come i 2 euro.
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Quanto valgono questi 2 euro italiani con errore di conio?
L’errore di conio è in senso generale del termine una forma di “defezione” concepita durante la produzione di una o più spesso, vari esemplari di una determinata emissione.
Non tutti gli errori di conio sono uguali e distinguibili immeidatamente, in quanto in alcuni casi si tratta di veri elementi molto diversi rispetto alla tradizionale moneta, che possono rendere anche difficile l’utilizzo, in altri si tratta di piccole differenze come elementi mancanti nella raffigurazione, che non pregiudicano invece la funzione “economica” dell’oggetto.
In modo importante, sono divenuti famosi gli errori di conio sui 2 euro, una delle forme di taglio monetario maggiormente diffuse e diversificate, in quanto si tratta anche del formato utilizzato per le monete commemorative.
I 2 euro italiani sono sicuramente tra le monete più diffuse nel nostro paese, riconoscibili per il volto di Dante Alighieri, e non a caso in due decadi numerosi piccoli o grandi errori di conio sono stati rilevati, a partire da elementi come la firma, il simbolo della zecca (R) che possono essere mancanti fino a manifestazioni di errori più grandi.
In tutti questi casi definire il valore non è facile, sia perchè bisogna considerare l’origine dell’errore (in non rari casi infatti non si trattadi defezioni durante la punzonatura, ma “modifiche” apportate di proposito, successivamente), ma anche la rarità che ne consegue.
Una moneta da 2 euro con Dante che presenta alcuni dettagli mancanti o differenti può comunque valere fino a 15-20 volte il valore facciale ma come accennato il mercato degli errori di conio è molto “varabile”.