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Il POS è divenuto in pochi anni uno strumento non più “facoltativo” ma indispensabile per la stragrande maggioranza degli esercenti ma anche per i professionisti, a causa della non trascurabile presenza di carte di pagamento sempre più disparate e diffuse oltre che da dispositivi come gli smartphone, oramai adibiti anche a questa funzione.
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Non solo, il POS è divenuto anche uno strumento capace di dividere anche molto i giudizi non solo politici ma anche professionali. Se l’obbligo di POS esiste teoricamente addirittura dal 2014, le sanzioni previste in caso di mancato impiego ed utilizzo sono state percepite dalla scorsa estate, quando il governo Draghi ha deciso di anticipare una misura prevista dal 2023, sviluppando le prime sanzioni per chi non si fosse munito di questi strumenti (sia gli esercenti ma anche i professionisti come gli artigiani o i notai, ad esempi) oppure in caso di mancato utilizzo, ad esempio dichiarando di essere muniti di dispositivo non funzionante quando in realtà ciò non è riscontrbile.
Il governo Meloni ha da sempre considerato questa forma di sanzione eccessivamente stringente, e fino gli ultimi giorni del 2022 ha provato a limitare quantomeno quest’obbligo di POS, lamentato in modo particolare dagli esercenti a causa delle commissioni eccessivamente punitive, magari apportando alcune modifiche dal punto di vista degli importi minimi entro i quali l’obbligo di POS e di utilizzo se richiesto sarebbe potuto attivarsi.
Con la legge di Bilancio pubblicata in gazzetta e tutti i provvedimenti resi ufficiali, il governo non ha alla fine apportato alcuna modifica in tal senso. L’obbligo di POS è stato mantenuto senza differenze rispetto alla prima versione in vigore per tutta la seconda metà dello scorso anno.
Le due sanzioni possono essere effettuate tramite segnalazione alle forze dell’ordine, e sono anche sovarpponibili: la prima è di 30 euro su base fissa, la seconda resta legata all’importo rifiutato dall’esercente sulla percentuale, che corrisponde al 4%.
Un rifiuto di pagamento di una somma di 100 euro ad esempio può portare a 30 euro di multa oltre al 4 % dell’importo, quindi 4 euro, per un totale di 34 euro di sanzioni.