Pensione anticipata, quanti anni di contributi occorrono? Attenzione

La pensione secondo una percezione oramai divenuta comune è sempre più una sorta di “miracolo” o “miraggio”, sia per i giovani, che vedono la situazione lavorativa e quindi pensionistica aggravarsi in modo importante anno dopo anno, ma anche per chi già si appresta ad uscire dal mondo del lavoro. Il concetto di pensione anticipata non è nato ieri, ma con il passare del tempo rappresenta una sorta di priorità per ogni forma di governo, anche perchè con l’età pensionabile sempre più alta, diventano necessarie forme di pensionamento alternativo a quello legato all’età anagrafica.

Pensione anticipata, quanti anni di contributi occorrono? Attenzione

La comune pensione anticipata tutt’ora attiva non tiene conto infatti dell’età anagrafica ma solo quella contributiva: sono infatti necessari 42 anni e 10 mesi di contributi per gli uomini, o 41 anni e 10 mesi per le donne. Nello specifico, i lavoratori che hanno cominciato a versare contributi prima dell’1 gennaio 1996, almeno 35 devono essere calcolati senza tenere conto degli eventuali periodi di contribuzione versata durante i periodi di malattia o disoccupazione. Possono goderne con “solo” 41 anni di contributi chi risulta essere disoccupato al momento della domanda, oppure chi è Caregiver (ossia chi assiste un parente o il coniuge affetto da una condizione debilitante), o chi ha un’invalidità pari o superiore del 74 %. Medesime condizioni per i lavoratori precoci, ossia coloro hanno iniziato a versare contributi prima dei 19 anni.

Quota 102, che sarà attiva fino alla fine del 2022 invece è un sistema misto, ossia che prevede un’età anagrafica minima di 64 anni e almeno 38 di contributi, anche se l’assegno mensile è sensibilmente minore rispetto ad altre forme di pensionamento.

Le lavoratrici autonome e dipendenti possono sfruttare invece Opzione Donna, un’altra forma di pensionamento anticipato “mantenuto” anche per il 2022: nello specifico questo permette di andare in pensione a 58 anni (per le dipendenti) e 59 (per le autonome) a fronte di un sistema contributivo che prevede almeno 35 di contributi versati.

Infine Ape Sociale richiede un’età anagrafica minima di 63 anni e una “finestra” di contributi variabile: 36, 32 o 30 anni, per coloro che rientrano nelle specifiche categorie: disoccupati, Caregiver, lavoratori con invalidità pari o superiore al 74 per cento oppure che sono considerabili lavoratori “gravosi”.

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