La sterlina britannica resta una delle valute monetarie maggiormente influenti al mondo, che ha resistito al segni del tempo e ai cambiamenti relativi: mai accantonata da Regno Unito anche dopo il trattato di Maastricht, che ha dai fatto sancito la nascita dell’euro.
Il Regno Unito, pur facendo parte dell’Unione Europea fino al 2020 non ha mai accantonato la propria valuta, divenuta oramai un simbolo della Corona britannica. Le sterline sono prodotte in maniera relativamente indipendente dall’Inghilterra, Scozia, Irlanda del nord e tutti gli altri stati sotto le dipendenze della Corona.
La sterlina è stata utilizzata a lungo (almeno fino agli anni 70° del 20° secolo) da gran parte dei paesi un tempo sotto la dominazione britannica.
Incredible, ecco quanto vale una sterlina d’oro al giorno d’oggi
Il termine sterlina deriva direttamente da pound of sterling silver ossia una quantità di argento sterling pari a una libbra dello stesso metallo. In patria si è soliti chiamare la sterlina pound.
La storia della sterlina d’oro “moderna” ha inizio verso la metà del 19° secolo quando la corona britannica ha iniziato a produrre in quantità molto limitate le cosiddette monete Sovereign (Sovrane) con i volti del re/regina di turno. Questa tradizione prosegue tutt’ora con alcuni “stop” nel corso della storia ad esempio in corrispondenza del primo e secondo conflitto mondiale.
Dato il lunghissimo regno di Elisabetta II, iniziato nel 1957 (anno in cui è ufficialmente ripresa la produzione di queste monete, presso la Zecca Reale) sono numerose le emissioni di questo tipo che recano il profilo dell’attuale sovrana: si tratta di esemplari dall’alta percentuale d’oro che raramente sono utilizzati per il commercio, trattandosi sopratutto di beni di investimento.
Una moneta con il volto della regina è composta da oro puro per oltre il 90 % e sono tutti pezzi estremamente ambiti dai collezionisti: una moneta di questo tipo può avere una valutazione che parte dai 300 euro fino a oltre 1000 euro.
