La tecnologia prosegue il suo corso anche nelle sempre più diffuse e disparate forme di oggetti di uso comune. Smartphone, computer e quant’altro costituiscono oramai oggetti indispensabili per la maggior parte di noi, sia nel contesto generico dello svago ma anche più comunemente per il lavoro ed altri aspetti professionali. Il Bancomat costituisce una forma di circuito bancario che viene spesso associato ad una forma di oggetto, corrispondente ad una specifica carta utilizzata per azioni come il prelievo di denaro liquido ma anche per altre operazioni, e per “stare al passo con i tempi” la tessera in questione ha avuto numerosi aggiornamenti come il chip per comunicare con le varie forme di terminale POS oltre al sensore ad infrarossi, è sempre presente il rischio di contribuire al malfunzionamento della carta che può smagnetizzarsi.
Hai il Bancomat smagnetizzato? Ecco cosa devi fare: “Assurdo”
Il termine “smagnetizzato” significa letteralmente una specifica perdita di carica magnetica di una carta di credito, debito, bancomat o qualsivoglia dispositivo che ne è nativamente fornito. La carica magnetica può essere “persa” a causa di fattori come l’eccessiva usura, la non adeguata conservazione dell’oggetto, ma anche urti, graffi e danni fisici.
La perdita della carica magnetica rende praticamente impossibile usufruire delle operazioni di prelievo e pagamento, e nella maggior parte dei casi la soluzione migliore è quella più “drastica” che prevede la sostituzione della tessera presso la propria banca o istituto di credito di turno.
Tuttavia è possibile tentare di “salvare” la carta attraverso qualche specifico procedimento come una pulizia accurata utilizzando un agente solvente non aggressivo sulle zone di comunicazione, quindi sulla banda magnetica e sul già citato Chip che permette alla carta di comunicare con terminali.
In alcuni casi è anche possibile “riparare” le funzionalità della tessera sfregando per un paio di minuti una comune gomma da cancellare sulle zone appena accennate.
