Dopo una spasmodica e discretamente ricca di “emozioni” autunnali, le ultime elezioni politiche hanno visto la nascita del governo Meloni, con il capo di governo e la maggioranza che ha dovuto già immedesimarsi in un contsto a dir poco problematico soprattutto dal punto di vista fiscale e legale, nonchè da uno squisitamente legato ai consumi. Tra le numerose forme di supporto che prevedibilmente saranno portate avanti ed ufficializzate prima della fine dell’anno, ossia prima della firma della prossima legge di bilancio e tra le “mosse” più sentite e per molti cittadini e lavoratori tra le più importanti, spicca il taglio al cuneo fiscale, già caldeggiato ma mai messo in atto dal governo tecnico di Mario Draghi ma che sarà sicuramente parte tra i piani del premier Giorgia Meloni.
Nuovo taglio al cuneo fiscale: ecco cosa significa
Cos’è il cuneo fiscale? Si tratta in buona sostanza della somma delle imposte (dirette, indirette, contributi previdenziali) che impattano sul costo del lavoro, sia dalla parte dei datori di lavoro, sia rispetto ai lavoratori dipendenti, autonomi, quindi può essere definita la differenza tra stipendio lordo pagato dalle aziende e importo netto percepito in busta paga dai lavoratori.
Come evidenziato dagli esponenti del governo stesso il piano è quello di una sorta di continuazione dell’azione del governo Draghi che nella seconda parte del 2022 ha aumentato il taglio del cuneo fiscale di 2 punti, mentre il governo Meleoni haa intenzioni di arrivare ad un taglio di 3 punti per i redditi per chi ha un reddito inferiore a 20mila euro.
Questo si tradurrà quindi, almeno in teoria, in una pressione fiscale più ridotta e buste paga sensibilmente più alte perchè meno “prosciugate” dalle tasse. Tra le ipotesi di “copertura” di questo taglio è stato attenzionato l’importo risparmiato dalla riduzione del Reddito di Cittadinanza, anche se una forma di questo tipo di taglio al cuneo fiscale avrebbe bisogno quantomeno di un importo di 4 miliardi di euro.
