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Il concetto di libretto postale è molto più antico di altre forme di strumento di risparmio, nonchè una delle più utilizzate nel nostro paese, anche nel contesto attuale dominato dalle forme di denaro elettronico. Il nostro paese fa uso di libretto postale da oltre un secolo, ed in alcuni casi questi strumenti possono essere assolutamente interessanti da ogni punto di vista.

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Tecnicamente è una forma di libretto di risparmio, messo in pratica da Poste Italiane addirittura concepito dalla fine del 19° secolo, come alternativa al tradizionale conto. Se altre forme di risparmio postale, tutt’ora possibili e concretamente utilizzabili, come i buoni di risparmio.

Il libretto resta la variante più diffusa ed utilizzata anche per una motivazione pratica: rispetto al buono bancario o postale, non è concepito per generare un importante numero di interessi sugli importi depositati, quanto offrire una forma di “strumento di risparmio” a mo di “portafoglio”. Essendo gestito dalla Cassa depositi e prestiti, il libretto postale è considerato una forma di strumento tendenzialmente sicuro utilizzabile anche per ricevere bonifici, come stipendio e pensione direttamente sul libretto.

I costi sono praticamente nulli in quanto aggiungere denaro attraverso uno sportello ed effettuare le operazioni non ha un costo definito (va considerata solo l’imposta di bollo per giacenze medie superiori a 5000 euro annui).

Questa diffusione ha  contribuito ad alimentare il concetto di libretti inutilizzati, che da diversi anni sono un “fattore” vero e proprio, in quanto ogni libretto che non ha una movimentazione per 10 anni entra nella fase “dormiente”, step che può essere annullato semplicemente effettuando una qualsiasi operazione. Se questo non avviene entro 10 anni il libretto viene definitivamente chiuso, e l’importo corrispondente viene spostato su un fondo CONSAP.

Poste Italiane mette a disposizione un link per visionare i libretti dormienti ed anche quelli oramai chiusi: in alcuni casi si tratta di ex libretti che sono tutt’ora molto “ricchi” in termini economici.

I proprietari possono fare una richiesta scritta al fondo CONSAP per riottenere il denaro depositato.

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