Il salame può andare a male? Ecco la risposta

Il salame è una dei salumi più famosi e più consumati in Italia. Ne esistono di diverse tipologie e sapori, in grado di soddisfare qualsiasi tipo di palato. Ma il salame può andare a male? Cosa succede se lo mangiamo? all’interno di questo articolo risponderemo a queste e altre domande su questo delicato argomento.

La scadenza degli alimenti

Per quanto riguarda la scadenza degli alimenti bisogna precisare che sulle confezioni dei cibi appaiono di solito due diciture: . “da consumarsi preferibilmente entro il” e “da consumarsi entro il”. Andiamo ad analizzarne le differenze:

  • Da consumarsi entro: sta ad indicare la data oltre la quale il prodotto non è più commestibile. Di conseguenza trascorso quel determinato lasso di tempo, è pericoloso consumare quel cibo a causa della proliferazione batterica.
  • Da consumarsi preferibilmente entro: sta ad indicare che la data di scadenza non è un limite, è semplicemente non consigliabile mangiarlo trascorso quel preciso lasso di tempo. Il prodotto, quindi, non sarà dannoso per la nostra Fermo restando che l’aspetto, l’odore o il sapore di quel cibo non risultino alterati rispetto a quelli tradizionali.

Cosa accade se mangiamo cibo scaduto?

Se mangiamo del cibo scaduto, possono manifestarsi alcuni sintomi lievi come: mal di pancia e malessere generale. Tuttavia, potrebbero manifestarsi anche sintomi più duraturi e persistenti come: intossicazioni e infezioni alimentari che causano vomito, diarrea, nausea e febbre. Per quel che riguarda il salame, e i salumi in generale sia quelli affettati freschi sia quelli confezionati devono essere consumati entro la data di scadenza riportata in confezione. Poiché il loro consumo oltre questa data potrebbe causare intossicazioni e infezioni. C’è chi pensa che il modo più efficace per capire se un alimento sia scaduto o meno è quella di odorarlo. Tuttavia, la stragrande maggioranza dei batteri non ha un odore, di conseguenza, annusare il cibo, non è una tecnica efficace per capire se quel cibo sia commestibile oppure no. Quando invece l’alterazione dell’odore dell’alimento è facilmente individuabile, e tendente all’acre, significa che l’alterazione da parte dei batteri o dei funghi è già in fase avanzata ed è pericolosissimo mangiare tali alimenti.

Scadenza dei salumi

Per quanto riguarda la scadenza del salame, e più in generale i salumi, bisogna fare due distinzioni:

  • Salumi già confezionati: tutti i salumi già confezionati riportano sempre una data di scadenza, tuttavia, se non fosse più visibile posiamo affidarci ad altri due fattori: l’odore che dopo 5 minuti dall’apertura della confezione, se risulta acido, significa che dobbiamo buttare via il salume, e l’aspetto che se risulta troppo secco o troppo viscoso, anche in questo caso, dovremmo buttare il salume.
  • Salumi freschi: Per quel che riguarda i salumi freschi, andrebbero consumati entro 3-4 giorni ma è necessario valutare i casi specifici: se l’odore dovesse essere acido o con un sentore di muffa bisogna buttare il salume. Per quel che riguarda l’aspetto, le fette dovrebbero risultare asciutte morbide e non ossidate.

Quindi, anche se oggi siamo più protetti e tutelati grazie alle norme igieniche e sanitarie rigide e specifiche e da un’industria alimentare sempre all’avanguardia, la scelta di affidarci ai nostri sensi per percepire se un alimento risulti edibile o meno.

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