In un contesto come quello attuale piuttosto avanzato dal punto di vista tecnologico, il comparto delle comunicazioni è sicuramente quello maggiormente degno di nota dal punto di vista, in quanto in appena un paio di generazioni il modo di comunicare ha visto elementi come il gettone telefonico diventare in relativamente poche decadi diventare oggetti obsoleti.
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Le generazioni più giovani difficilmente infatti possono “conoscere” concretamente l’uso dei gettoni telefonici, una forma alternativa alle monete utilizzate in grandi quantità per buona parte del 20° secolo, e che hanno avuto un’importante ruolo anche culturale e sociale nell’ambito della comunicazione telefonica, molto prima dei cellulari.
Il “ruolo” del gettone telefonico infatti è stato quello di “sostituire” le monete per l’utilizzo dei telefoni pubblici, tematica divenuta attuale con l’adozione in massa di questi ultimi strumenti, che hanno contraddistinto l’abitudine nel telefonare.
In Italia i gettoni hanno fatto il loro “esordio” in un anno specifico, ossia il 1927, anno in cui la Stipel, una delle prime aziende telefoniche dello stato (creata nel 1924) fu destinata alla produzione dei primi gettoni, distribuiti in modo molto mirato, inizialmente a scopo dimostrativo, per gli ospiti della Fiera Campionaria di Milano, tenutasi quell’anno.
Nel corso degli anni successivi la Stipel e tutte le altre forme di azienda telefonica, che fino al dopoguerra hanno coniato un’importante differenziazione dei gettoni.
Tra i più rari va menzionato sicuramente il gettone telefonico coniato nella prima metà dalla TELVE, nello specifico quello del 1932 della società telefonica delle Venezie con tanto di disco combinatore.
Questo gettone è tra i più rari in assoluto perchè la distribuzione è stata molto risicata, in modo particolare nella parte nord orientale del paese. Particolare la forma asimmetrica non centrata della scanalatura, collocata su uno dei lati.
In buono stato questo gettone vale 250 euro, in stato perfetto può far guadagnare fino a 450 euro.