Vuoi andare in pensione anticipata? Scopri come fare: “pazzesco”

La pensione anticipata è esattamente quello che dice il nome, ossia permette in modo legale e certificato dallo stato nonchè dall’istituto di previdenza sociale, di uscire in maniera anticipata dal mondo del lavoro prima dell’età massima pensionabile, che da qualche anno (e fino al 2024) è di 67 anni. La situazione lavorativa del nostro paese appare complessa e ciò si ripercuote anche sul sistema pensionistico, anche a fronte di una importante decrescita causata da vari fattori, uno su tutto è quello legato all’età media, sempre più alta.

Vuoi andare in pensione anticipata? Scopri come fare: “pazzesco”

Trattandosi di un elemento che si ripercuote su numerosi aspetti sociali ed economici, il concetto di pensione anticipata è stato più volte adattato ai contesti recenti, senza ancora tuttavia trovare una realtà definizione. Di fatto, esistono vari modi per uscire prima dal mondo del lavoro, alcuni oramai radicati nell’ordinamento del nostro paese, altri invece “temporanei” ma comunque utilizzabili.

Per tutto il 2022 sarà possibile sfruttare ad esempio Quota 102, una versione “riveduta” e momentanea di Quota 100, non più attuabile dallo scorso 1° gennaio: Quota 102 condivide con Quota 100 il medesimo meccanismo misto, anagrafico e contributivo, rispettivamente di 64 e 38 anni di contributi. Questa metodologia di pensionamento anticipato è stato criticato perchè pur non presentando “penalizzazioni”, manifesta un assegno mensile minore rispetto al pensionamento tradizionale.

L’altra forma principale di pensionamento anticipato “guarda” esclusivamente agli anni contributivi messi da parte e permette usufruire della pensione con un carico contributivo di 42 anni e 10 mesi per gli uomini, 41 anni e 10 mesi per le donne. I lavoratori “precoci” ossia quelli che hanno cominciato a versare contributi prima dell’1 gennaio 1996, i disoccupati, cargiver, chi ha un’invalidità pari o superiore al 74 per cento possono andare in pensione con 41 anni di contributi.

Ape Sociale invece è qualcosa di diverso, una sorta di “strumento” che permette di andare in pensione a 63 anni con 36, 32 o 30 anni di contributi (a seconda della tipologia di richiedente), specificamente concepita per i lavoratori di mestieri gravosi, disoccupati, Caregiver, lavoratori con invalidità pari o superiore al 74 per cento.

Infine, Opzione Donna, prorogata anch’essa garantisce una pensione anticipata con almeno 35 anni di contributi per le lavoratrici dipendenti e autonome che hanno un’età anagrafica minima di 58 anni (dipendenti) e 59 autonome. In questo caso viene effettuato un calcolo dell’assegno con metodo contributivo.

pensione anticipata

Lascia un commento