Telepass: ecco cosa succede se non suona in uscita. “Attenzione”

Telepass indica una forma di tecnologia estremamente diffusa e conosciuta da molti anni, almeno dagli anni 90, che fin da subito si è rivelata estremamente utile per risolvere o quantomeno migliorare un problema diffuso ossia il sovraffollamento presso le code sulle autostrade.

Telepass: ecco cosa succede se non suona in uscita. “Attenzione”

Il funzionamento del Telepass, messo a punto alla fine degli anni 80, è cambiato molto poco da allora, in quanto è regolamentato da una gestione tramite abbonamento, anzi varie tipologie, che sono calcolati attraverso un fattura tendenzialmente di natura semestrale.

Ogni passaggio presso un casello compatibile viene “gestita” da due dispositivi atti a “collaborare”, come il piccolo box da disporre all’interno del veicolo, dotato di transponder, e del ricevitore presente all’interno del casello Telepass.

Se entrambi funzionano correttamente, il dispositivo con transponder “comunica” con il corrispettivo attraverso due suoni acuti, uno all’entrata del casello, e uno all’uscita: in questo lasso di tempo viene certificata la tipologia di veicolo e l’avvenuto calcolo del transito. Ma cosa succede se non suona in uscita?

Questo identifica un problema tecnico, che può essere conseguente ad una mancanza probabilmente causata dal  ricevitore presente presso la stazione, oppure se il nostro dispositivo ha le batterie scariche oppure è malfunzionante. In questi casi è sufficiente chiedere la sostituzione dello stesso ad un qualsiasi Punto Blu, operazione che viene effettuata gratuitamente ed in pochi minuti per tutti i clienti.

Nella maggior parte dei casi tuttavia il malfunzionamento non è causato dal dispositivo presente nell’abitacolo.

Nell’immediato è sufficiente NON procedere in retromarcia, ma semplicemente premere il vistoso bottone rosso in corrispondenza del casello stesso, così da ravvisare la problematica all’addetto presente. Anche per questo motivo  è sempre consigliabile procedere adagio, così da non compromettere l’eventuale passaggio.

Procedere in retromarcia infatti non è permesso e può “costare” tra i 430 e i 1.1719 euro e una decurtazione di 10 punti sulla patente.

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