App Immuni: proseguono i lavori per la fase 2.

Nella conferenza stampa di oggi, martedi 28 aprile, il commissario Domenico Arcuri è tornato a citare gli strumenti per affrontare la fase due dell’emergenza. Durante la conferenza ha affermato: Anche se il presidente del consiglio Giuseppe Conte durante la conferenza di domenica sera, non ha fatto cenno riguardo l’applicazione di contact tracing, questo non significa che il lavoro non prosegua, anche stasera abbiamo una riunione di coordinamento per comprendere lo stato di sviluppo degli ultimi due giorni.

Il commissario Arcuri è l’unico a dare dettagli relativi al suo funzionamento, sia sulla gestione politiche sulla gestione dei dati. Ecco cosa ha detto il commissario nella conferenza:

«Se il signor Rossi non è informato di aver avuto un contatto stretto per più di 15 minuti con il signor Bianchi, che nel frattempo ha scoperto da un tampone di essere contagiato, il signor Rossi è un pericolo per sé, per i suoi cari e per gli altri cittadini con cui è stato in contatto. La app lo avvisa rapidamente e lo mette in condizione di smettere di essere un pericolo. Poco dopo la app acquisirà ulteriori funzionalità che avranno a che fare con il diario clinico e diventerà uno strumento che permetterà di governare la relazione tra il signor Rossi, il signor Bianchi e il Sistema sanitario nazionale, se possibile da remoto e senza appesantirlo».Queste sono state le parole del commissario.

I lavori sono continuati anche per quanto riguarda la tutela della privacy molto dibattuta su questo argomento. L’obiettivo è stato quello di creare un server pubblico e italiano e al momento dello sviluppo della app si potrà decidere, prima di introdurla sul mercato, se lasciare i dati sul device o sul server pubblico italiano. Ovviamente in entrambi i casi i dati saranno criptati e non cambia il rispetto della piena e assoluta tutela della privacy nazionale e sovranazionale.

Inoltre si sta valutando se adottare un sistema centralizzato o decentralizzato. Al momento la notifica di un possibile contagio arriva all’utente e non al sistema sanitario quindi decentralizzato. Ovviamente si sta valutando anche il sistema centralizzato ma per il momento questi sono i punti cardine dello sviluppo.

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