Ovunque è presente del denaro, può nascondersi un raggiro o una qualsiasi forma di truffa vera e propria, si tratta di una “lezione” che quasi tutti impariamo fin da quando siamo giovanissimi e che è sicuramente vera.
Anche nel contesto attuale, che vede la moneta elettronica aver quasi raggiunto per diffusione quella tradizionale, le forme di raggiro sono in continua evoluzione e spesso fanno uso sempre più comune delle tecnologie come il Bancomat, che da diversi decenni, contesto già influenzato da diverse forme diverse di truffa.
Bancomat, attenzione a questa truffa: ecco come riconoscerla
Tra le più comuni, che viene spesso “raffinata” e resa più invisibile possibile, spicca quella del Lebanese loop, termine che fa parte dei raggiri che vanno a modificare in modo sensibile il funzionamento comune dell’ATM Bancomat, oramai quasi interamente predisposto all’erogazione di banconote.
Il Lebanese Loop nello specifico è un sistema teoricamente semplice, che prevede il “blocco” della tessera della vittima una volta inserita nell’apposita fessura, tessera che viene di fatto bloccata da un oggetto spesso invisibile dall’esterno, che può essere una forma di lastra d’alluminio o un fermo vero e proprio.
L’intenzione da parte dei raggiratori è proprio quella di mandare nel panico la vittima portandola ad allontanarsi dall’ATM oppure accettare l’aiuto di qualcuno presente sul luogo, anche se spesso quel qualcuno è esattamente colui che ha ordito l’intera macchinazione.
Con la scusa di aiutare infatti l’autore/complice del raggiro si fa dare informazioni personali legate alla carta o al conto, fingendo di disporre aiuto per poi recuperare la tessera bloccata successivamente e magari clonarla. Medesime informazioni possono essere raccolte anche attraverso varie forme di telecamere opportunamente celate dagli stessi truffatori.
Se la tessera non viene espulsa quando preventivato non bisogna MAI lasciare l’ATM, anzi bisogna informare immediatamente la banca e procedere al blocco della tessera dopo aver ravvisato il tutto.
