Il whisky fa veramente male? Ecco la verità

Il whisky o whiskey è un distillato cioè un prodotto alcolico derivato dalla distillazione di un liquido zuccherino fermentato. Solitamente il liquido zuccherino è di origine vegetale, costituito da cereali, radici e tuberi amidacei, frutti o vino. Il liquido fermentato viene posso sottoposto a maturazione che avviene in botti di legno, generalmente di rovere.

Alcuni studi stanno dimostrando che il whisky, consumato con assoluta moderazione, può essere efficace nel potenziare le prestazioni cognitive e ridurre la probabilità di sviluppare demenza senile e Alzheimer. Tuttavia è importante precisare che questi studi sono ancora in corso di attuazione ed esistono numeroso controversie riguardo all’alcool come metodo di prevenzione o trattamento. Fatto sta che l’acido ellagico contenuto nel whisky è piuttosto efficace nella lotta i radicali liberi presenti nell’organismo.

I radicali liberi sono i responsabili del rallentamento cerebrale e sono associati, nello specifico, all’interruzione di alcuni percorsi neuronali e quindi si pensa possano essere la causa del processo di invecchiamento cerebrale portando, con il passare del tempo, alla demenza senile.

Il whisky è in grado di rallentare il processo fisiologico di deterioramento cerebrale e quindi è capace di migliorare la nostra qualità della vita, rallentandone l’invecchiamento. È importantissimo sottolineare ricordare che è utile se consumato con moderazione; troppo alcool uccide le cellule cerebrali e fa l’esatto contrario di proteggere la nostra attività cognitiva.

Altri di studi, invece, hanno dimostrato come il whisky abbia un ruolo importante nel salvaguardare la salute del cuore. Mentre il nostro organismo invecchia, tutti i muscoli, organi e apparati diventano sempre più fragili, con conseguente perdita di efficienza dei vari distretti corporei, questo accade in modo particolare nel nostro sistema cardiovascolare. Tuttavia, uno studio recente ha rivelato che i bevitori assidui di whiskey una probabilità inferiore, circa il 50% in meno, di essere affetti da ictus o attacchi cardiaci.

Come abbiamo detto inizialmente, il whisky possiede un elevato contenuto di acido ellagico. Si tratta di uno dei più potenti antiossidanti al modo che siamo in grado di consumare. Un antiossidante è un composto molecolare che neutralizza l’azione dei radicali liberi. Questo importante antiossidante giustifica il fatto che il whisky possa essere uno strumento discretamente efficace nella lotta contro il cancro.

Inoltre, questo antiossidante permette di rafforzare il sistema immunitario riuscendo a dare un sostanzioso contributo durante i periodi di raffreddori, influenze, malattie e infezioni.

Il whisky viene utilizzato anche come disinfettante naturale per fare in modo che le ferite non vengano infettate e si cicatrizzino più velocemente. Non a caso, in parecchi film hollywoodiani si versa proprio del whisky sulle ferite per disinfettarle.

Attenzione!

Leggere che il whisky sia capace di numerosi benefici non ci deve far pensare che sia possibile iniziare a berlo senza conseguenze negative sulla salute, ricordiamo che si tratta sempre di un alcolico! L’alcool è pur sempre un elemento che, se non somministrato con moderazione, ha degli effetti così deleteri sulla salute da vanificare tutti gli eventuali benefici che moderate quantità di whisky possono offrire. Pertanto, è molto importante tenere sempre sotto controllo la quantità di alcool consumata, in particolare se cercate di berne piccole quantità ogni giorno. La vostra tolleranza aumenterà, e potreste sentire il desiderio di continuare a bere alcool fino a diventare brilli o, peggio, ubriachi. In questo modo senza neanche accorgervene entrerete in una dipendenza da alcool da cui è molto difficile uscire.

 

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